I narcisi tazetta sono quelli spontanei qui, e quest’anno hanno preso un paio di settimane di vantaggio sul calendario.
Dopo Siderno Superiore c’è un paesino che si chiama Salvi, dove spesso vado a fotografare i narcisi.
Tutto il versante est della collina è pieno di narcisi e romulee, che si trovano però anche in molti altri punti delle zone pedecollinari.
Non so se sia il Narcissus tazetta var. tazetta o il N. canalyculatus var. canalyculatus, o Il N. tazetta canalyculatus, o il N. canalyculatus tazetta o una combinazione di questi termini, o oltro ancora. Conosco un tale che lo saprebbe.
Un’informazione per chi si trova dalle parti di Orticolario a Cernobbio. Il 4-5-6 ottobre ci sarà un corso di fotografia tenuto da Emilio Tremolada, per gli appassionati di fotografia e giardini. Il corso si terrà nello stand di CasaFacile (organizzato con FujiFilm) e ai partecipanti verrà data in uso l’attrezzatura fotografica con cui realizzare foto all’interno della mostra.
L’autunno è una stagione dai suggestivi colori e ricca di soddisfazione, questo è l’affascinante giardino di Stefano Peroni a Castelbolognese.
Illustrazione di Federico Gemma, http://federicogemma.blogspot.itAncora una volta segnalo un’attività che si svolgerà nel corso di Torino Musei a Palazzo Madama in piazza Castello.
Si tratta di un piccolo evento che magari interesserà una limitata quantità di visitatori del giardino del Castello o di chi è andato a godersi gli altri eventi in programma. Avendo una ammirazione sconfinata per gli animali dell’urbe, rondoni e balestrucci mi interessano sempre molto, dunque segnalo questo evento con grande piacere.
Lo consiglio a chiunque sia interessato all’ornitologia, al birdwatching, e in generale alla piccola fauna urbana.
9 giugno, ore 16.30-18.30, ripetuto il 7 luglio, ore 16.30-18.30
UNA VITA IN VOLO. LEZIONE SUI RONDONI
A cura di Giovanni Boano, ornitologo e direttore del Museo Civico di Carmagnola.
Una colonia di rondoni nidifica ogni anno nelle buche pontaie di Palazzo Madama dopo aver affrontato un lungo viaggio che dalle terre africane riporta in Europa circa 200 esemplari di rondone pallido (Apus pallidus). Il corpo compatto e aerodinamico, e le ali lunghe e appuntite favoriscono un volo veloce ed energicamente poco dispendioso, durante il quale il rondone può raggiungere anche i 3000 metri di altezza. L’incontro svelerà caratteristiche e abitudini dei rondoni: di cosa si ciba, perché emigra in autunno, come si svolge l’allevamento della prole, che tipo di volo adotta a seconda delle necessità, come comunica.
La veccia è un po’ il simbolo della primavera tarda, qui da noi. Fiorisce abbondantemente, in nuvolaglie di azzurro intenso e violetto porporino sparse per i residui di campagna, ai margini degli incolti. A farle compagnia i margheritoni, le altre piccole leguminose spontanee, le graminacee spavalde che prendono dominio d’ogni cosa. Guardo il vecchio pioppo nero, l’ultimo rimasto sul vialone che prima ne era costellato: si può dire che ha messo le foglie da poco. Il gelso ha fatto fiori e frutti contemporaneamente, il gelsomino sta fiorendo poco e male, in terribile ritardo, la Petrea non cresce e si brucia col sole.
Tra un po’ la veccia sfiorirà, e rimarranno gli stoppioni secchi, sarà il turno degli incendi e ricomincerà la danza dei canadair.
Bisognerebbe spiegare a qualcuno con un tempo così certe domeniche non sono di sabato, ma di venerdì.
Il Museo Civico Archeologico di Gerace si arricchisce di nuovi elementi espositivi: da oggi sarà infatti possibile ammirare la mostra litografica dei paesaggi calabresi disegnati da Edward Lear.
Nato a Londra il 12 maggio 1812, Lear fu un prolifico scrittore – 146 pubblicazioni, tra cui il celebre “The Book of Nonsense” –, grande umorista («Vedo la vita tragica e futile dove la sola cosa che può interessare è fare dell’umorismo»), apprezzato pittore in grado di dare lezioni di pittura persino alla Regina Vittoria, e collaboratore in qualità di illustratore del celebre ornitologo John Gould.
Lear trascorse inoltre buona parte della propria esistenza a viaggiare, legandosi in particolar modo all’Italia. Nel 1837, infatti, visita Roma, poi – tra il 1842 e il 1846 – si muove tra l’Abruzzo, il Molise e la Ciociaria. Nel 1847 è la volta della Calabria: il progetto di visitare l’intera regione viene però forzatamente riveduto a causa dei moti che infiammano Reggio nell’ottobre di quell’anno, consentendo a Lear di muoversi solo nella provincia reggina. Risalgono ad allora i suoi due brevi soggiorni a Gerace – il primo della durata di due giorni, il secondo di tre –, ospite di Giacomo Scaglione. «Ogni roccia, santuario o palazzo sembra colorato e fatto apposta per gli artisti e l’unione delle linee realizzate dalla natura e dall’arte è semplicemente deliziosa»: ecco come apparve Gerace agli occhi di Edward Lear.
Il paesaggio geracese dell’epoca è però solo uno dei protagonisti della mostra permanente e gratuita allestita all’ingresso di Palazzo Tribuna – sede del Museo Civico Archeologico di Gerace – dal professor Ferdinando Scaglione in collaborazione con l’Amministrazione Comunale. Oltre a quello della Città dello sparviero, le diciotto litografie concesse da Scaglione ritraggono infatti i paesaggi di Scilla, Palmi, Bagnara, Reggio Calabria e perfino del popolare Santuario della Madonna di Polsi.
Una nuova tappa – da non perdere – nel suggestivo tour delle bellezze geracesi.
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"Quando guardiamo il cielo di notte ci soffermiamo ad ammirare le stelle a caso senza seguire uno schema.. lasciamo che la nostra fantasia si perda in questo immenso soffitto brulicante di luci... una stella grande.. qualcuna piccola.. un'altra azzurra ed una rossa! Luci lontane che forse ora non esistono neanche più.. eppure sono lì le guardiamo ogni sera quando le nuvole ce lo permettono.. luci che continuano a brillare .. a vivere.. che continuano a farci sognare! Questo BLOG vuole essere uno spazio semplice, senza pretese, uno spazio dove antichi sorrisi e sguardi continuano a brillare come stelle... semplicemente continuano a vivere nell'immenso cielo della rete." (Domenico Nardozza)