Qualche giorno fa a Capofilico hanno mietuto l’avena: è segno che si apprestano ad appiccare gli incendi annuali. Capofilico è sempre stata la mia riserva di caccia per fotografie di piante spontanee in un ambiente antropizzato.
La bellezza della flora calabra mediterranea è matura come un frutto da cogliere. Oltre queste poche settimane che ci separano dal caldo intenso, avremo campi secchi, luce accecante, foglie accartocciate dall’arsura. Ci può venire in consolazione qualche brano di Montale : in pozzanghere mezzo seccate agguantano i fanciulli qualche sparuta anguilla.Le viuzze che seguono i ciglioni immettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.
La primavera si trasforma velocemente in estate, e l’estate matura improvvisamente, diventando una serie di giorni invivibili per il caldo e l’afa.

Non dirmi, sei la custode di quel posto e ci vivrai coi cani. Ho indovinato?
Purtroppo no, è la casa di un amico, amico anche lui dei cani, dove spesso ho portare a fare sgroppate Pappiralfi e Bibo, prima che si aggiungessero Bassotto e Amdreino George.
Un giorno abbiamo camminato tanto che Bibo s’è buttata all’ombra di un albero è ha parlato (i cani sanno parlare benissimo, quando vogliono). Ha detto: cazzo, se non mi portate indietro a braccio non ci torno a casa.
Testuali parole.
Era una trappola, volevo sapere se ci sei nella cuccia. Eh. Comunque tipa tosta Bibo.
Fantastico! E’ tuo? Luogo, natura e casetta dei miei sogni… in attesa di poter replicare tanta bellezza nelle mie care (costose) terre, ammiro le tue foto.
simonetta