Un caffè al volo (su Houzz)

Il caffè è un rito, un amico, una legalissima sostanza stimolante, ma molto più spesso una scusa per chiacchiere e confidenze. Un tavolo da caffè andrebbe abilmente dislocato in una zona non troppo vicina alla casa, per non essere uditi mentre si parla, e non dovrebbe avere più di due sedute. Solo così l’atmosfera di complicità e di “cospirazione” sarà perfetta.

Giardini belli anche quando l’acqua non c’è (su Houzz)


C’è chi ha fatto del giardino a basso consumo d’acqua una vera e propria tecnica di giardinaggio, detta xeriscaping (xero, in greco antico, significa “asciutto”), ma esistono anche i waterwise garden, cioè i giardini che usano l’acqua in modo estremamente saggio. Ad esempio, riciclando quella degli scarichi bianchi della casa o semplicemente creando dei dislivelli: in alto le piante con meno richiesta, in basso, dove l’acqua tende a raccogliersi, quelle con maggiore necessità. Cisterne in pietra (in alcune zone dette gebbie), ma anche fusti in resina o plastica, punti di raccolta sotto le grondaie, sono tutti sistemi importantissimi per avere un minimo di risorse idriche durante l’estate.

Considerate che anche una cisterna in pietra di grandi dimensioni non è sufficiente per provvedere all’irrigazione abbondante per tutti i mesi estivi, neanche se il giardino è piccolo (diciamo 500 m²). Bisogna mettere in atto qualche strategia e ammendare il terreno prima di mettere a dimora le piante. Un errore che si fa spesso è quello di pensare che se il terreno è fangoso in inverno, manterrà l’umidità in estate. È l’esatto opposto: il terreno compatto e argilloso si asciuga e si spacca in estate. Anche l’idea che possano crescere solo cactacee e succulente è errata: basta dare un’occhiata alla sterminata quantità di piante che compongono vegetazione e flora della macchia mediterranea e della gariga.

Il metodo più veloce per impedire che il terreno si secchi facilmente è quello di ombreggiarlo. Piantate quindi alberi decidui, che facciano ombra in estate e lascino passare i raggi del sole in inverno.

Come ottenere il meglio dal Geranium rustico (su Houzz)


I Geranium sono diffusi allo stato spontaneo in tutta Europa e nell’America del Nord. Esistono specie autoctone italiane (i botanici ne hanno contate 28), tipiche di ambienti molto diversi: dai prati asciutti fino alle zone palustri, da zone ruderali secche a quelle montane. Amano molto le zone montane a estate fresca, ma con una adeguata esposizione e una buona irrigazione estiva sopportano stoicamente anche i climi roventi delle coste mediterranee.
I Geranium sono quasi tutti rustici, essendo in genere originari di paesi freddi o montagnosi, ma alcuni sono delicati e non tollerano inverni rigidi.
La poliedricità botanica, le differenze, a volte sottili, tra specie e specie, catturano e affascinano al punto che, dopo il primo, si tende a collezionarli.

Moongate, Shishi Odoshi e altre suggestioni dal Giardino Orientale (su Houzz)


L’arte del giardino orientale ha avuto un impatto incalcolabile sui giardini occidentali. Tante cose che diamo per scontate, come il giardino misto all’inglese, o i sentieri serpeggianti, devono la loro esistenza ai molti viaggi che giardinieri, esploratori, nobili e ambasciatori europei fecero in Cina e in Giappone.
Esattamente come per l’ukiyo-e diede l’avvio ad un’arte pittorica realmente moderna, anche il giardino occidentale ha subito il fascino di quello giapponese, le cui caratteristiche salienti sono la varietà e la ricchezza degli elementi e la capacità di ispirare lo stato meditativo.
Oltre ai noti sassi e il giardino di sabbia (Karesansui), moltissimi sono gli elementi a cui possiamo ricorrere per suggerire un’atmosfera nipponica in giardino. La cosa più importante è, ovviamente, rispettare il genius loci del vostro giardino, e non fare mai le “cose a caso”.
Lo stile giapponese non perdona errori.

L’acqua come elemento di design nel giardino (su Houzz)


Si può dire che i giardini siano nati attorno all’acqua. Per evidenti necessità era considerata, assieme alla terra, il bene primario, quello da proteggere a ogni costo con alte mura. Se si pensa che in epoca moderna molte lotte contadine sono state condotte attorno al controllo dell’acqua, possiamo immaginarci quale potere avesse questo elemento usato al di fuori dell’agricoltura: lo “spreco” d’acqua da parte dei regnanti francesi, dei cardinali romani e dei principi olandesi lascia ancor oggi attoniti. La celebre Fontana di Apollo a Versailles viene aperta solo in particolari occasioni che diventano anche kermesse e festa.

Basta una rapida occhiata alla storia del giardino per rendersi conto di quale immensa capacità attrattiva abbia l’acqua. Qualsiasi elemento – anche piccolo – che abbia a che fare con l’acqua porta il giardino a un livello superiore. Questo potere aumenta se è copiosa ed è corrente, ma consumare molta acqua non sempre è possibile, e a volte non è né legale né etico, ma esistono molti modi per ottenere effetti meravigliosi con una quantità ridotta fatta circolare con piccole pompe, garantendo un consumo davvero minimo e sostenibile anche in giardini in zone calde o aride.

L’acqua è così suggestiva che anche una ciotola, una fontana o un piccolo abbeveratoio catturano l’attenzione, ma l’effetto è moltiplicato esponenzialmente quando viene usata per esaltare geometrie o piani visuali, punti focali, prospettive, per definire gli spazi e diventare elemento coeso della progettazione del giardino.

Come realizzare un giardino accessibile (su Houzz)

Casa Cabo Pulmo

Un dislivello di pochi centimetri può trasformarsi nella scalata dell’Everest, se ci si muove con il bastone o in sedia a rotelle, e molti giardini pubblici possono essere del tutto impraticabili per chi si sposta con la carrozzina o anche con piccoli mezzi motorizzati, per gli ipovedenti, o semplicemente per gli anziani, che hanno difficoltà a mantenere l’equilibrio e non sono più elastici nei movimenti.
Avendo vissuto queto problema, ho maturato una certa insofferenza per la superficialità con cui spesso vengono oggi concepiti alcuni giardini pubblici. Ma su quello poco o nulla si può fare se non rivolgersi al comune di residenza.
Se il tema ci tocca da vicino, ecco quali piccoli o grandi cambiamenti possiamo operare nel nostro giardino privato, per renderlo più accogliente e più facile da attraversare. Perché l’indipendenza negli spostamenti rende le persone felici, e questo dovrebbe essere un diritto di tutti.
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Se ti va puoi leggere questo mio vecchio articolo

Lo stile country italiano (su Houzz)

Lo stile country, per la sua tendenza all’architettura vernacolare, è quello che meglio si presta ad assorbire le peculiarità di ogni paese. Si può dire che ogni nazione abbia un suo stile country, anche se non viene quasi mai definito tale. In modo un po’ riduttivo è irrimediabilmente associato ai paesi anglofoni, perciò è davvero degno di nota che questo stile trovi in Italia la realizzazione più piena e sincera.

Se questo è vero per gli interni, i giardini non sono da meno. Anzi, è proprio dal paesaggio che trae le mosse la realizzazione dell’arredamento, e quindi anche del giardino.
L’Italia ha una caratterizzazione paesaggistica fortissima, e l’anima del country italiano è – in poche parole – “far entrare il paesaggio dentro casa”. Ecco perché i luoghi prediletti del giardino country sono gli ambienti di transizione, come portici, verande, balconi, terrazzi. In alcuni casi anche scale e ballatoi, specie in corti interne.

In buona sostanza, la casa deve fondersi con il paesaggio, attraverso uno spazio fluido rappresentato dal giardino.
Inoltre in questi punti di passaggio la luce prende forme mutevoli e particolari, e sono proprio i giochi di luce e ombre a rendere plastici gli ambienti.

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Miniterrario fai-da-te (su Houzz)


Un mini-giardino è un regalo unico e irripetibile, ma siate sicuri che sia compreso e apprezzato: non tutti sono capaci di avere a che fare con le piante, curarle e farle prosperare nonostante raccomandazioni e indicazioni. Non c’è niente di peggio che doversi riprendere il proprio regalo, così faticosamente realizzato, per cercare di salvare il salvabile.

Come scegliere il vaso giusto (su Houzz)

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Terracotta semplice, di forme inusuali
I vasetti di terracotta non smaltata che abitualmente ognuno di noi compra al garden center o dall’artigiano locale, sono tra le scelte più comode e più adatte a giardini di campagna o costieri.
Le misure sono innumerevoli, e basta accostarli per creare una bella armonia di forme. Non a tutti piacciono, la grande Vita Sackville-West, raccontava di come una sua vicina di casa si fosse presa la briga di dipingerli tutti di bianco, ottenendo un effetto che oggi chiamiamo “shabby”.
I vasi di terracotta sono ideali per piante che amano un buon drenaggio poiché si asciugano facilmente e il materiale traspira. Non sono la scelta giusta in contesti postmoderni, ma non è neanche detto che debbano essere considerati “di campagna”. Tutto sta nel trovare quelli che sia adattino al vostro giardino e al vostro gusto.

Ispirazione dal bosco (su Houzz)

Nelle zone in cui la neve si sofferma fino a marzo e oltre, bisognerà avere pazienza, ma dove febbraio e marzo sono mesi che regalano autentiche giornate di sole, frizzanti ed energetiche, una passeggiata in montagna, armati di macchina fotografica o del semplice cellulare, vi cambierà la mattinata. Sarete sorpresi di vedere quanti fiorellini costellano il sottobosco già all’inizio dell’anno!

Piccoli, timidi e un po’ sparpagliati: ricordano tanto i dipinti vittoriani delle fate dell’illustratrice Cicley Mary Baker o le assurde follie di Alice nel paese delle meraviglie. La montagna è sempre una ricchezza: chi cerca un po’ di magia, chi un po’ di solitudine, chi qualche rarità botanica. A volte, quando il silenzio è profondo, e si sente il respiro del bosco, ci si immagina che questo inizi a ruotare attorno a noi, e che ci parli.

Una raccomandazione: nel bosco sempre meglio guardare, fotografare, ma non raccogliere e portare a casa!

Tra la le foglie cadute e i residui di neve non è difficile imbattersi, anche a febbraio, nei bucaneve. Timidi all’apparenza, dall’aspetto così fragile e tenero, minuscoli e bianchi. Ma di una rusticità a tutta prova: la loro resistenza deriva da una sorta di foglia protettiva, che come una guaina, gli consente di farsi strada attraverso lo strato di neve.
Da sempre il fiore è simbolo di purezza per via del suo colore virginale, ed è dedicato a Maria.
La loro fioritura è importantissima poiché sono ricchi di nettare che attira le api e consente l’impollinazione.

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