Pubblico oggi due video che ho filmato il 3 scorso. Da tempo mi frullano pensieri sul brandello di campagna dietro casa mia, e così, visto che ormai si tende ad evitare la scrittura e a dire tutto con i video, ho lasciato fluire i pensieri senza far caso all’effetto “oratorio” o poetico. Questo è in effetti proprio il mio modo di parlare, un po’ a balzelloni e quasi distratto.
Ho fatto due riprese da 20 minuti ciascuna (il massimo consentito dalla mia fotocamera).
Sono lunghi lo so, e sono qualitativamente pessimi, ma avevo bisogno di parlare e dire la mia.
Se vi va, ascoltateli e commentateli.

Scordatelo. Quella terra non si salverà, non si salverà l’immagine che ne hai. Le case intorno sono le case pilota di quello che succederà in futuro. Quella terra verrà fatta fruttare.
Piuttosto cosa ci si potrebbe coltivare? Cosa potrebbero farci i proprietari per trarne un seppur minimo profitto? Un coltivatore locale?
E perché quelle cartacce vicine a casa tua non le raccogliete ogni tanto.
Pazza per pazza, cose dici di farne un murales di quella brutta parete di casa.
L’odiosa pratica dell’incendio è l’unica possibile?
C’è spazio per dei posti di lavoro.
Mi infastidisco quando si accetta supinamente lo stato delle cose.
Cambiando discorso, ma che fiatone avevi mentre parlavi.
Eh sì, c’ho il fiatone perchè per me camminare su terreno un po’ accidentato, specie con le tappinelle, è faticoso.
Dunque, in ordine: 1) lo so, e sarà il momento in cui andrò via da Siderno. ma non per questo lascerò che questo terreno passi inosservato o che nessuno ne parli. Quella terra verrà fatta fruttare, ma coltivandoci sopra villette a schiera.
2) cosa ci si potrebbe coltivare? L’ideale sarebbero degli orti senza casa, ma dopo una vangatura profonda, una pulizia dai rovi (che comunque tenderebbero a riaffacciarsi), e un ammendamento generale di grandissima qualità.
Altrimenti si dovrebbe tenere la zona a roveto per la coltivazione di frutta per marmettale ecc. ma siamo a due passi da una strada, tu la mangeresti una marmellata così?
Un coltivatore locale? più o meno tutti hanno l’orto dietro casa, cosa vuoi che se ne faccia qualcuno di quel pezzo di terra costosissimo da gestire? I proprietari non ho idea di cosa vogliano farci, non credo che gli interessi che il terreno venga coltivato, tutto indurrebbe all’ipotesi di un’attesa che il suolo diventi edificabile e quindi che possa essere parcellizzato e venduto.
2) le cartacce dietro casa siamo le uniche persone a raccoglierle. periodicamente chiamiamo un signore di nome Son’ij, proveniente dalla bellissima India, che ci aiuta a tenere ordinato il perimetro esterno di casa. Purtroppo il nostro vicinato è semi-criminale, maleducato, porco e zozzone, e dove vede pulito, gode nello sporcare. Inoltre vento e pioggia portano pattume proveniente dai vicini cassonetti (quelli andati a fuoco). per pulire dietro e tra le canne dovremmo chiamare qualcuno che abbia un’escavatrice, decisamente al di sopra delle nostre possibilità economiche.
3) Un murales? ottima idea. mandami i soldi per colori e impalcature,in un paio di estati, lo finisco. naturalmente confido che mi manderai anche i danaro sufficiente a che io possa isolare la parete dall’umidità e che il murales non si rovini.
4) L’odiosa pratica dell’incendio non è la sola possibile, basterebbe una falciatura bassa periodica, dopo che le annuali hanno sparso i semi. La paziente rimozione del surplus di rovi, l’introduzione di bulbose pioniere e annuali più pregiate, graminacee perenni e piante a stagionalità invernale. Un lavoro paziente e lento, costoso e impegnativo, nonchè non autorizzato.
5)C’è spazio per dei posti di lavoro. Sì, è possibile, posti di lavoro per persone altamente qualificate, che non esistono in zona, per irregimentare un terreno su cui verrà costruito, a favore della bellezza e a discapito del guadagno con le imprese edili, che portano posti di lavoro del tipo di cui ne abbiamo in abbondanza qui. Irrealistico.
6) non lo accetto supinamente. Al momento sono l’unica persona del globo terrestre a parlare della propietà di nicola fiorenza. ma io scrivo, più che scrivere qualche articolo, non posso fare. il terreno non è pubblico, ma privato. Se hai idee, spara.
Fiùuuu. Credevo peggio.
E allora villette sia. Ma questa volta realizzate per bene le opere primarie, le fognature, i marciapiede, la pista ciclabile. Definite le piazzole ecologiche, le aree verdi atrezzate. Fate le cose per benino. Arriveranno quelli da fuori che vorranno abitare in un quartiere nuovo di zecca, con tutto quello che si comanda e porteranno qualche soldo in più, perché se lo possono permettere e i loro soldi aumentano l’economia locale. Il comune avrà così la gratitudine di intitolare una via proprio a Nicola Fiorenza.
A proposito, ma chi era poi Nicola Fiorenza?
L’accettazione supina era riferita alla pratica di registrare la presenza di immondizia per strada, senza che da questa scaturisca un senso di ribellione ad un comportamento ingiustificabile. Problema non del tutto risolto anche da me e che ho notato si genera quando manca la mitica connessione tra uomo e territorio. Scusa ma sono in preda ad un attacco di venetismo.
Com’è che avete perso la mitica connessione al territorio voi, che è successo quella volta?
E un’altra cosa, ma non ce li porti più i cani la a correre?
No, non ce la faccio a stare dietro ai miei cani, non a tutti e quattro insieme. Non posso portarli uno alla volta perchè gli altri rimasti a casa si azzufferebbero per vendetta, e in quattro mi trascinerebbero tipo film western. Il solo Pappiralfi è in grado di tirasi dietro anche me (sì, anche me, non sono un contrappeso sufficiente).
E poi, detta chiara, mi dà fastidio la gente che mi osserva, che mi conta i passi, per la quale sono un programma televisivo ambulante.
Villette ma fatte bene? E che pensi che a Siderno ci abbiamo Le Corbusier? faranno villette a castrum romano, come in tutta Siderno, tali e quali a quelle delle cooperative, ad alto rischio nanetto.
Secondo te c’è qualcuno al comune in grado di ragionare in termini del genere? Migliore ambiente=maggiori introiti? hai le traveggole, sogni di giorno, hai mangiato funghi velenosi come Stefano Benni?
Noi qui siamo commissariati, e lo saremo forse fino al 2015. Credi che ai commissari freghi niente di Siderno? Finito il loro mandato verranno trasferiti in un altro paese del quale egualmente non gli fregherà niente.
Non ci sono soldi, anzi, è un miracolo che bene o male si riesca a svuotare i cassonetti ogni due o tre giorni. Gli impiegati non vengono pagati, alla gara d’appalto per la differenziata non si è presentato nessuno perchè sanno tutti che Siderno non ha una lira nelle casse.
Non esiste un’economia locale. L’unica economia che lo stato italiano, dal 1861 in poi, ha consentito al Sud, è stato il commercio illecito di armi, droga, il ricavo dovuto all’occultamento di rifiuti tossici, e il riciclaggio di danaro sporco. Ovviamente lo stato italiano sa benissimo tutto questo e la mafia calabrese è sempre stata funzionale a delle decisioni impartite o condivise.
Il clan dei Commisso, per metà finito in manette, ha tentato di far girare l’economia locale. Il risultato? La Boccassini ne ha schiaffati in galera una ventina, e altrettanti sono in attesa di giudizio.
Non scagiono la mafia. La mafia è una vera merda. E’ quella che si vende il mio culo, letteralmente il mio culo, la mia persona, il mio lavoro, per favorire delle miserabili teste di cazzo o per distruggere l’ambiente (e con ambiente non intendo solo il “verde”, ma anche l’ambiente sociale).
Noi la connessione col territorio ce l’ha tolta un pezzo di merda noto come l’Eroe dei due Mondi, un ex- guerrigliero prezzolato che ha fatto un viaggio in carrozza da queste parti, scortato da milizie francesi e inglesi.
Tra tutti gli stronzi che presero parte alla Guerra di Annessione dello Stato Sovrano delle Due Sicile nel 1861, e che il Regno delle Due Sicile perse a vantaggio dei Savoia, i quali erano d’accordo con la massoneria inglese, questo pezzetto di cacca, noto appunto come “Eroe dei Due Mondi”, è il meno caccoso, poichè nella sua coglioneria si rese conto del disastro combinato nella penisola italiana.
Poi ci sono state altre merde assortite a continuare l’opera, i vari Mussolini, Pertini, Moro, Andreotti, Craxi, a finire ai recenti Napolitano, Draghi, Letta.
Il veneto ha in tasca i miei soldi, quella della pensione di mia madre, e quelli che mio padre ha speso per farsi curare il cancro. Il nord ci deruba da 150 anni, e tu mi chiedi com’è successo che noi abbiamo perso la connessione al territorio? cazzo, ci avete fatto guerra senza dichiararla, ci avete rubato tutti i soldi che avevamo, ci avete messi nelle scatole e classiificati come oranghi, ci avete fatto sentire in colpa per essere meridionali, terroni, ci avete fatto il lavaggio del cervello, ci avete bastonati per 150 anni….siamo diventati dei cani che appena il padrone alza la mano si accucciano e guaiscono!
ma tutto questo è solo accademia. Tu non hai colpe, e nemmeno io. Se una colpa c’è è quella di non voler vedere la storia come si è svolta. Non c’è niente da fare per la proprietà di Nicola Fiorenza (un normale avvocato defunto), nè per il resto del meridione.
La Calabria è persa, Koki, definitivamente e irrimediabilmente persa.
Beh, sai che c’è. C’è che mi fa male questa resa urlata.
Mario, due caffè. Uno macchiato caldo.
Può farti male quanto vuoi, è lo stato delle cose. Tu non capisci e non ti interessa la verità dei fatti. Il nord ci ha dato in pasto alla storia, e pretenderesti che io da sola sollevassi un intero popolo? Perchè di questo si tratta.
Prenditene tre di caffè.
Non voglio partecipare alla discussione storica, o meglio alla storia ridotta a conversazione, non tanto per snobismo quanto perché non mi sento all’altezza di commentare Garibaldi o la massoneria con cognizione di causa.
Scrivo perché alla fine i video li ho visti (circa l’80-85% in verità) e tu inviti a commentarli.
All’inizio sono rimasta spiazzata dalla scelta di far vedere un terreno assolutamente privo di interesse, solo legato a ricordi dell’infanzia e a un personalissimo attaccamento: va bene che questo spazio è tuo ma alla fine lo fai per farlo vedere ad altri che possono pensare a qualcosa del tipo ‘devo ricordarmi di annotarlo tra le cose di cui non mi frega un cavolo’. Mi ha poi riconciliato la dissertazione finale che credo giustifichi il tutto. In particolare le considerazioni sul fatto che ti si vuole imporre anche come dove e quando utilizzare i posti e cosa fare e non fare in un posto. A me ad esempio stupisce sempre che gli altri non ridano del fatto che stare in spiaggia in costume sia considerato normale, anzi se non ti ci metti sei una mezza pazza, mentre se apri la porta in reggiseno e mutande sei come minimo una disponibile. Io trovo molto divertente che ci si appiattisca su queste convenzioni supinamente, gli altri non si accorgono nemmeno che si tratta di una convenzione.
Scrivo, anche, per non lasciare che tu indulga nell’autocommiserazione. Il quartiere che vedo non è peggiore di quelli che ci sono ovunque ai margini delle cittadine, sono certo meglio di quelli di Roma e Milano, per non parlare di Genova lungo l’autostrada. Anche l’Umbria che si ammanta da sempre dell’appellativo di verde è una ciofeca ai margini della città, ovunque villettopoli e lottizzazioni che sfruttano i bonus ambientali per ridurre la superficie del giardinetto e ingrandire la casa con lo studiolo 3×3 e le serre solari che diventano soggiorno. Per non parlare dei casali ristrutturati, almeno voi grazie ai latifondi non avete la campagna punteggiata da edificato, qui invece ogni podere di 10 ettari aveva la casa del contadino che adesso con la formula ‘riqualificazione e ampliamento di edificio rurale con recupero superficie di annessi agricoli’ diventa una pachidermica villa con peristilio e piscina alla faccia del risparmio dell’acqua, ma di sicuro hanno la cisterna per il recupero dell’acqua piovana.
Il problema è nella testa delle persone che non sanno perché sono così scontente e vorrebbero sempre avere qualche cosa di più e che di sicuro ora non hanno, nessuno gli ha fatto capire che avrebbero già tutto se solo capissero come sfruttarlo, se solo non facessero di tutto per andare contro le proprie aspirazioni. Andare in un agriturismo serve a rigenerarsi, dicono gli inurbati, la domenica e qualche giorno di ferie ci si deve andare per staccare (la spina a volte aggiungono – e io penso a Eluana Englaro). Ma mai e poi mai si chiedono perché stanno meglio, quali endorfine scattano, cosa ti dà tanto senso di beatitudine, oppure si risponderanno: il cibo buono, le ferie, l’aria… Non capiscono che è invece la solitudine, la natura stessa, l’otium, la libertà di non doversi vestire bene per uscire, di non dover essere ‘al top’ per l’aperitivo che tutte le sere stufa, ma se dici no poi non ti richiamano per uscire. L’aggregazione di persone è fatale e questo viene prima del sogno di un pezzo di terra lasciato incolto con falciature annuali e la selezione di annuali e perenni di pregio: quello sogniamo di andare a vederlo a Londra, nel parco delle Olimpiadi, perché poi il progetto è di grandi artisti/paesaggisti e si può raccontare agli amici durante l’aperitivo.
uao! spesso penso che se avessi la chiarezza di vedute di alcune persone che mi commentano, sarei molto distante dal punto in cui mi trovo.
Be’, credo tu abbia ragione, forse non ho spiegato bene perchè quel pezzo di terra è importante: è l’ultimo residuo di campagna in città. Dovrebbe essere aperto (nel senso di socialmente aperto) agli altri, a tutti, ma senza snaturarlo, e senza mortificarlo.
Mi chiedo se sia possibile.
E’ possibile farlo diventare più “bello” senza che poi bambini e cani lo distruggano? Allora forse meglio lasciarlo agli incendi annuali? Certo villette no, per favore.
E allora, cosa si fa?
E credo che sia un problema un po’ di tutta l’italia che ancora non è totalmente urbanizzata, o dei paesi che crescono a sprawling.
Quindi, be’, portando ad esempio il caso della proprietà di Nicola Fiorenza, volevo anche sottolineare un problema di molte parti d’italia.
La chiarezza di vedute è solo apparente, volutamente apparente. Dire cose nette, poi, porta sempre a una semplificazione che un po’ mi spiace.
Anche io vorrei fare qualche cosa di bello in un pezzetto di giardino vicino alla scuola elementare di un paese vicino, ma come sai parlarne agli assessori è stato inutile a suo tempo e ora sono pure cambiati. Anche io mi chiedo il perché a margine delle lottizzazioni non impongono spazi di verde pubblico, del resto lo imporrebbe anche la legge, invece ingrandiscono la lottizzazione. Secondo me il fatto che vicino casa hai un posto dove portare i bambini accrescerebbe il valore anche della tua casa, ma spesso la gente non ci pensa, non è che non lo vorrebbe.
Circa invece la bellezza di un prato disordinato, che dia l’idea dell’ultimo pezzo di campagna in città non credo sia ancora un’idea digeribile qui da noi, verrebbe visto come semi abbandonato e il desiderio di prendere un decespugliatore e ‘pulire’ passerebbe per la testa a molte persone. Io lotto continuamente con il mio vicino (che è pure mio cognato) perché lui continua a comprare tagliaerba, falciatrici e macchine per ‘pulire’, non gli va giù che ci siano le erbacce, quando ho lasciato per un mesetto tarassaco e muscari fioriti in mezzo alla vigna mi diceva. non so come fai a sopportare tutto questo serpaio. La ‘pulizia’ continua della scarpatella ha estinto le bocche di leone e adesso vorrebbe far passare lo scavafossi rotativi per ‘pulire’ le ginestre che resistono al decespugliatore. Non è difficile farlo capire, è inutile, è lontanissimo dall’idea di giardino che hanno.